Eccoci
qua, i raccoglitori d'olive, una squadra tutta italiana formatasi un
po' per caso. Se le cose per tutti fossero andate come pianificato,
solo uno di noi sarebbe qua. Invece in Australia i piani si fanno e
si disfano alla velocita' della luce, le occasioni si colgono al
volo, si prepara la valigia, si spostano i voli e si parte. Si fa
scorta di vestiti vecchi e si va in una farm dispersa nel
nulla. Da cinque settimane raccogliamo olive e ce ne mancano almeno
altre due al traguardo: dicono che nessuna raccolta sia mai stata
tanto abbondante e l'olio e' di ottima qualita'. Ogni tanto
scherziamo, chiedendoci se da questa farm ce ne andremo mai!
Ma quel che conta e' adesso, i giorni che si susseguono, mai uguali
uno all'altro anche se le cose da fare sono poi sempre le stesse.
Ci si
alza al mattino, si fa colazione, poi ognuno al suo posto a far
iniziare anche la giornata lavorativa.
Goliath
2 (che a noi piace chiamare "Golia") e' una macchina
gigantesca: pesa 22 tonnellate, e' costata $900.000, per essere guidata
ha bisogno di un autista e di almeno due occhi che la osservino e
all'occorrenza la manovrino da dietro. Un bestione rumoroso capace di
infossarsi nella buca di un coniglio! Dal suo tetto si vedono
tramonti bellissimi, ma attorno a lei bisogna essere sempre attenti,
se ti distrai un attimo e' capace di mangiarti i capelli e
spaventarti tremendamente. Alla guida c'e' Giacomo, non ha una
patente speciale, sta tutto il giorno a schiacciare pulsanti e girare
una rotella che fa da volante. Quando si ricorda guarda anche dalle
telecamere le due ragazze che seguono la macchina e respirano polvere d'olivi, professione
rastrellatrici. Sara e Carmela, conosciutesi grazie a questo blog,
incontratesi svariate volte sia a Melbourne che a Sydney e ora
compagne di lavoro e di avventura qua a Telopea Downs. Munite di due
rastrelli, fanno cadere a terra piu' rami e foglie possibile, cosi'
che le olive arrivino nel trattore che ci affianca. Il trattore ha
invece due autisti che si alternano: Luca, il nostro chef, e
Gomez, un local che a volte ancora fatichiamo a capire, uno di
quei personaggi che sembrano usciti da un film o dai peggiori bar di
Caracas. Tutto il carico va poi a finire alla factory, dove ad
attenderlo c'e' Piero, anche lui blogger arrivato qua per
caso. La' sulla collina le olive si trasformano non miracolosamente,
ma lentamente e rumorosamente in olio! Alla factory c'e'
sempre un rumore infernale di macchine in movimento, ma il risultato
e' qualcosa di incredibile: un olio buonissimo che ogni anno vince
qualche premio per la qualita' e il gusto fruttato.
A
mandare avanti la baracca, come si suol dire, Kurt e Chantal, marito
e moglie provenienti allo Zimbawe. Lei si occupa della parte
amministrativa, lui fa tutto il resto: meccanico, agricoltore,
idraulico, soccorritore, padre. E' un uomo incredibile, noi ci
perdiamo ad ascoltare le sue storie, sempre interessanti, sempre
diverse, storie di una vita cosi' diversa dalle nostre e di una
conoscenza che non arriva dai libri. Non ha paura di nulla, calma e
sangue freddo, fa strano vederlo con gli occhi lucidi o fermo ad
osservare i tramonti bellissimi che questa terra ci regala.
Il
proprietario della piantagione e' Jorge De Moya, cubano di origini e
americano per scelta. Un uomo che non abbiamo avuto a fortuna di
conoscere perche' un anno fa ci ha lasciati, a pochi giorni
dall'inizio della raccolta e del suo arrivo. Ora le sue ceneri
riposano su questa terra, nel punto dove avrebbe voluto costruire la
sua casa, una collina dalla quale godersi il tramonto fumando un
sigaro. Un gran lavoratore, amante dei cavalli, uno spirito giovane
che anni fa ha deciso di venire qua e piantare 80.000 alberi di
olive.
Noi qui
siamo felici! Non ci mancano il rumore e lo stress delle
citta', respiriamo la liberta' di questi spazi sconfinati, di uno
sguardo che si perde a vista d'occhio senza incontrare nulla se non
natura. Non saremmo capaci di viverci a lungo, l'outback mette
a dura prova, al sabato siamo felici di andare alla citta' piu'
vicina e tornare alla civilta', fare qualche telefonata, incontrare
gente. Poi si ricomincia, sveglia all'alba, pranzo veloce, la sera
che arriva, la cena che aspetta, un film che non tutti
riescono a vedere perche' la stanchezza si fa sentire. Riempiamo la
casa di chiacchiere, risate e sbadigli, della nostra voglia di
viaggiare, dei dubbi e i timori dei rientri a casa, dei pensieri su
quest'Australia che ti cambia, sicuri che di questo posto ne avremo
tante da raccontare e non ce lo dimenticheremo mai.
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