Uomini, giu' le mani.

Oggi sono arrabbiata. Arrabbiata con chi usa la violenza. Arrabbiata con tutti gli uomini che "o mia o di nessun altro". Arrabbiata con chi non accetta la fine di una relazione. Arrabbiata con gli omicidi "passionali", dove non c'e' passione, ma debolezza. Arrabbiata con chi ci vuole a tutti i costi, in una strada buia, senza dolcezza. Ho gli occhi pieni di lacrime, un misto di tristezza, rabbia, paura, sconcerto. 
Venerdi' sera, una ragazza esce coi colleghi, in un quartiere tranquillo della citta', passano la serata in un bar che si affaccia sulla strada principale, ben illuminata. Verso le 1.30 saluta tutti e decide di tornare a casa, poco distante, una decina di minuti a piedi. S'incammina da sola e questa e' l'ultima immagine che abbiamo di lei: poco lontano dal bar, le videocamere di un negozio da sposa la riprendono mentre s'imbatte in un ragazzo con una felpa col cappuccio blu. Lei si ferma, sembrano dirsi qualcosa, poi procedono nella stessa direzione. 
Oggi, davanti a quel negozio e alla chiesa poco distante, una distesa di fiori e di gente che in silenzio si raduna, accende un lumino, lascia una preghiera. 
Jill aveva 29 anni, era una splendida ragazza irlandese, sposata. Quella notte non e' ritornata a casa, perche' sulla strada ha incontrato colui che l'averebbe rapita, stuprata e uccisa. Quel ragazzo con la felpa blu, 41 anni, 4 figli da due relazioni ormai terminate, un ragazzo normale, con la fissa della palestra, che pero' negli ultimi mesi sembra avesse infastidito piu' di una ragazza. 

Questa sera ho visto i fiori, persone raccolte in preghiera, occhi lucidi; sono tornata a casa col cuore gonfio. E' successo a due passi da casa mia, poteva succedere ovunque e a chiunque. E tutte, adesso, ci sentiamo meno sicure.
Uomini, giu' le mani. 







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"I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi."