...e un 'pirata' informatico ;)

Quest'avventura merita un post! A forza di parlarne della Perla Nera*, un pirata informatico si e' infilato nel mio blog. Mi sveglio con un sms che mi chiede che fine abbia fatto il blog, la pagina web dice che e' stato rimosso. Qualche inutile tentativo, dopodiche' una lampadina si accende e contatto direttamente il mio pirata informatico che conferma il misfatto, compiuto inconsapevolmente. Mi promette pero' che si mettera' all'opera per risolvere il danno, il fatto che sia in lacrime mi pone in cima alle sue priorita', benche' in Inghilterra sia gia' notte. 

In tutto il tempo che aspetto, penso. Penso a quanto mi spiacerebbe non riavere indietro il blog. Penso a quanto quando premi il tasto DELETE, l'azione sia quasi sempre irreversibile. E' come avere un foglio di carta e bruciarlo, invece che romperlo in mille pezzettini che lasciano la possibilita' di ricostruirlo almeno in parte. Penso che quando hai un problema di questo tipo, non puoi prendere in mano il telefono per risolverlo: vai di link in link, addentrandoti spesso in una giungla labirintica. Penso che per fortuna a casa mia i post li stampano, cosi' li possono leggere anche i miei genitori e le mie zie... e cosi' non tutto e' perduto. Penso che per me questo blog e' come un diario e tutti possiamo immaginare cosa significhi perdere un diario con i nostri pensieri e parte delle nostre avventure e della nostra vita. 

Adesso e' tornato! E sono felice. E penso a come ringraziare il mio pirata informatico ;)


*(La Perla Nera e' la nave del capitan Jack Sparrow -impersonato da un figosissimo Johnny Depp- nella serie 'I Pirati dei caraibi'. Per chi non avesse idea di cosa stia parlando, trattasi di racconti di pirati. L'ho nominata qualche post fa dicendo che la stavo cercando. La nominero' tra qualche post per dirvi che l'ho trovata. La nomino oggi per dirvi che inaspettatamente ho trovato anche il pirata!!!)


8 mesi e 31 anni!

...e siamo arrivati anche a quota 8 mesi! Come mi sento? Cosa provo? Come sto?
La crisi del settimo mese e' passata, e' scientificamente provato che dopo 6/7 mesi lontano da casa per tutta una serie di fattori si puo' attraversare un periodo critico e io ce l'ho avuto in pieno (e l'Italia mi e' sembrata improvvisamente molto vicina.)
Poi, complice la fine del lavoro e qualche giornata di sole e caldo, sono rinata. 
Ho ritrovato il tempo per le amicizie vicine e lontane, per le colazioni con i miei coinquilini, per esplorare Melbourne e dintorni, per leggere un libro, ascoltare buona musica, sfogliare qualche guida, passeggiare sulla spiaggia. 
In tutto questo ho anche compiuto gli anni...
 ho provato a capovolgerli ma son rimasti 31 ;) 
Se un anno fa i 30 hanno creato qualche nuvola, quest'anno li vivo cosi':
 "Old, young. Just words."



E' amore.

Lo stupore della passeggiata sull'oceano e' continuato il giorno successivo, giorno in cui abbiamo esplorato la Mornington Peninsula che non e' molto grande, ma e' ricca di chicche! 
La giornata e' iniziata alle terme alle quali ci siamo diretti prima delle nove cosi' da pagare la meta' del prezzo del biglietto d'ingresso e averle quasi tutte per noi! 17 piscine, con l'acqua a diverse temperature, sauna, bagno turco, idromassaggio... il tutto immerso nella natura, circondati dal fruscio dell'aria, dal cinguettio degli uccellini, dal cra-cra delle rane e dal pigolio degli anatroccoli. Definire quest'esperienza rilassante e' poco!!! 



Per pranzo abbiamo scelto una delle tante aziende agricole della zona dove vengono serviti prodotti naturali e freschi che solitamente hanno dei sapori buonissimi che non hanno niente a che vedere con quello che troviamo al supermercato, ahime'. Sulla strada del ritorno ci siamo fermati alla Sunny Ridge Strawberry Farm, il nome prometteva bene cosi' come il gelato alla fragola che abbiamo mangiato: g u s t o s i s s i m o ! 


Poco distante un'azienda che coltiva mele biologiche e produce sidro, dell'ottimo sidro australiano che ci siamo fermati a degustare. Poi siamo tornati a casa, ci siamo infilati le scarpe da ginnastica e una felpa e siamo usciti per una camminata verso Point Nepean: un forte militare all'interno di un parco nazionale dove si puo' camminare solo sui sentieri segnalati per la presenza di bombe inesplose. Un forte utilizzato per la difesa di questa parte della costa australiana dal 1880 al 1945 circa (un po' di storia ci voleva eh!!!)  L'oceano da entrambe le parti, boschi e spiagge vicini gli uni agli altri, l'orizzonte lontano e colorato dal tramonto; solo noi, i nostri passi, le nostre chiacchiere e la natura. Sulla via del ritorno abbiamo incontrato un wallaby (piccolo canguro) e una echidna (grande riccio). 





 
Il giorno successivo, sulla via di casa, ci siamo fermati a visitare un giardino botanico immenso, ricco di profumi e fiori dalle tinte forti e bellissimi colori. 

Io di quest'isola credo di essermi perdutamente innamorata.











Incantata

Martedi' mattina si parte. Carichiamo tutto sul van e via, alla scoperta della Mornington Peninsula, non molto distante da Melbourne. Arriviamo a destinazione, la cittadina che ci ospitera' per tre giorni si chiama nientemeno che Sorrento... e gia' non mi sembra poco! E' stata uno dei primi insediamenti inglesi due secoli fa. Ad accoglierci la casa estiva di amici di amici, immersa nel verde, accogliente, con un giardino immenso e circondata da altre case molto simili. Non faccio tempo ad appoggiare le borse che Melbourne mi sembra lontana anni luce! Pranzo sulla veranda e poi optiamo per una passeggiata sulla costa. Ma qui niente e' banale: esci di casa e incontri l'oceano. L'oceano con i suoi colori che nemmeno conosco tutte le gradazioni di azzurro che lo colorano. L'oceano con le sue onde e il vento che modellano e danno forma agli scogli, creando delle vere e proprie opere d'arte. L'oceano pieno di vita, di piccole vite che ci divertiamo a scovare sul bagnasciuga. L'oceano che prende i pezzi di vetro e li trasforma in pezzetti arrotondati e colorati, onda dopo onda. L'oceano nel quale un surfista aspetta paziente le onde e quando arriva quella giusta la cavalca, per un istante brevissimo ma credo emozionante.. e poi torna a riva, soddisfatto. L'oceano nel quale viaggiano navi gigantesche. L'oceano casa di delfini e balene che non abbiamo avuto la fortuna di vedere.

Non so quante espressioni di sincero stupore hanno fatto da sottofondo alla nostra camminata. Tanta bellezza mi ha semplicemente incantata. 







Carramba che sorpresa!

...perche' l'Australia e' immensa, ma ci si incontra...
...perche' Melbourne e' grande, ma si arriva ovunque...
... perche' quando dici che vai in un posto, qualcuno ti dira' che conosce qualcuno che vive proprio li'... 

Cosi' oggi, sotto il cielo di Melbourne si sono incontrati una ragazza che vive l'Australia come un'avventura e una coppia che in Australia vive da 50 anni. Accomunati da una bandiera tricolore che sventola ancora forte nel mio cuore, mentre la bandiera australiana ha ormai preso fissa dimora a casa di questa coppia. Ed e' stato un bell'incontro, di quelli che ricordi a lungo, di quelli in cui le ore passano veloci, di quelli in cui parli senza sosta anche se ti sei appena conosciuto. Quei giorni in cui ti senti a casa, anche se la tua casa e' a ventimila e piu' chilometri da te. Quei giorni in cui vai a letto felice, perche' stai proprio bene.

...e ora che si fa?

E' da qualche bel giorno che mi pongo questa domanda. Sono nuovamente libera! Una settimana di lunghe dormite, gite fuoriporta, cene in compagnia mi ha rimessa in sesto e la stanchezza sembra solo un ricordo lontano. Sfoglio la guida della East Coast, ci sono nomi da sogno che fanno volare la mia fantasia e mi fanno sentire viva ed e' presente piu' che mai la voglia di rimettermi in viaggio. 
E allora cos'e' che mi ferma? Cos'e' che mi fa cambiare piani almeno tre volte al giorno? Cos'e' questa paura che mi inchioda qui? Cosa sono queste insicurezze che fanno nuovamente capolino?
Forse il fatto che Melbourne rappresenta per me ormai un porto sicuro: la giro senza problemi a piedi, in tram, in treno; vivo in una bella casina, la mia cameretta e' ben lontana da quelle pareti bianche che mi hanno accolta all'inizio; vado d'accordo coi miei coinquilini e avendo piu' tempo libero, adesso riusciamo anche a mangiare o uscire assieme qualche volta; ho piu' amici di quando sono arrivata qui tutta sola.
Allo stesso tempo la vita nelle citta' si assomoglia sempre molto, quello che davvero mi ha aperto nuovi orizzonti qua sotto e' stato il vivere completamente immersa nella natura, un'esperienza che vorrei ripetere il prima possibile. Un'esperienza che mi ha riempita, forse perche' cosi' intensamente non l'avevo mai vissuta. 
Mi ripeto come un mantra queste due frasi:
"Le navi sono sicure nel porto. Ma non è per stare in porto che sono fatte le navi.” 
(J. A. Shedd) - "Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove." (P. Cacucci)

Chissa' se la Perla Nera sta facendo rotta da queste parti, il capitan Jack Sparrow dice che "Dovunque vorremo andare andremo, una nave è questo in realtà. Non è solo una 
chiglia, con uno scafo e un ponte o delle vele, si', la nave e' fatta cosi', ma cio' che una nave e'... cio' che la Perla Nera e' in realta'... e' liberta'."

Io non smetto di cercarla :)



Italiani d'Australia




Tempo fa coi miei colleghi abbiamo organizzato una serata dvd per vedere il film "Big Mamma's Boy: una commedia sulla vita, l'amore, le lasagne." Un brillante ritratto degli italiani d'Australia, con dei cliches appositamente enfatizzati, ma reali. 
La storia e' molto semplice: una famiglia d'italiani trapiantati in Australia composta da una mamma, un nonno e il "bamboccione" 35enne che vive ancora con loro. L'amore pero' arriva a scompigliare il tranquillo tran-tran famigliare e allora la scelta ricade tra l'avvenente bionda e le lasagne di mamma', con scene che ci hanno fatti ridere fino alle lacrime!

La famiglia viene dal Sud Italia, come la maggior parte dell'immigrazione qui (per questo l'italiano d'Australia e' moro, occhi scuri e accento molto forte.) La signora ama la buona cucina, veste quasi sempre i panni di cuoca e dalla cucina escono pietanze da far venir l'aquolina in bocca solo a vederle; pietanze per la famiglia, ma anche per i colleghi del caro figliolo, che non possono certo iniziare la giornata solo con un caffe'. La signora legatissima al figlio, che si addormenta sul tavolo della cucina mentre attende il suo rientro a casa la notte, che lo chiama per assicurarsi che rientri a casa a cena... e ha due attacchi di cuore quando la fidanzata prende importanza nella vita del figlio, tanto da far arrivare direttamente dal Sud Italia "il pacchetto" (una splendida ragazza mora con la quale combinare un matrimonio). 

Gli italiani d'Australia, mi dicono i miei colleghi, si distinguono anche perche' vivono nelle villette a schiera con giardino e i loro giardini sono ben tenuti, con molti fiori e alberi di limone. La cosa che pero' mi ha fatta piu' ridere, ripresa nel film e confermata dai miei colleghi e' stata questa: a un certo punto si vede una vicina di casa che con la pompa dell'acqua bagna copiosamente la rampa di cemento davanti a casa.
"Signora, ma non lo sa che sono in vigore le restrizioni sull'uso dell'acqua?"
"Certo che lo so, ma e' per tenere via la polvere!" 

Pratici e un tantino sconsiderati, ma per una buona causa!!!






Alle prese con gli Antichi Romani

E' stata una pura coincidenza, ma dalla fine di luglio sono stata arruolata nelle vesti di volontaria ad una mostra sull'Antica Roma. Inevitabilmente una delle domande piu' frequenti data la provenienza e' se sono parte della mostra e se viaggio assieme a lei! 
Questa non e' una mostra qualunque: tutto il materiale esposto proviene dal museo Leonardo da Vinci di Firenze dove tre generazioni di artigiani hanno attentamente studiato e ricostruito le invenzioni degli Antichi Romani. L'aspetto piu' interessante e' che si tratta di una mostra interattiva: la maggior parte dei macchinari possono infatti essere utilizzati per comprenderne appieno il funzionamento, cosa alquanto rara quando si va per musei dove vige l'obbligo del 'guardare e non toccare'!!! E cosi' ogni giorno sono alle prese con la ruota dell'acqua, la torre d'assalto, la catapulta, leve di vario tipo, gli strumenti per l'irrigazione, la testudo, la ricostruzione del Colosseo, armi, monete e giochi di societa'. 
Molte cose sono tornate alla mente, cose studiate ormai anni or sono e sepolte in qualche angolo recondito della memoria. Se ben ricordavo lo splendore e la vastita' dell'Antico Romano Impero, avevo dimenticato che il calendario in uso fosse stato adottato ai tempi di Giulio Cesare, che Adriano fece costruire un muro che separa Inghilterra e Scozia per fermare l'avanzata dei barbari, che Cesare invento' il libro, che quando il Colosseo fu completato furono indetti 100 giorni di festeggiamenti. Grazie a loro tutt'oggi usiamo la rete stradale per spostarci (da qui il detto "Tutte le strade portano a Roma") e ci concediamo qualche pomeriggio alle terme. 
Uno dei commenti piu' frequenti da parte dei visitatori riguarda l'intelligenza degli Antichi Romani, le cui opere ancora sopravvivono a 2000 anni e piu' dalla loro costruzione e le cui invenzioni, perfezionate, sono ancora in uso. Come dice uno storico in uno dei documentari che completano la mostra: "Dobbiamo imparare da Roma perche' Roma e' tutto, tutto." E allora scende una lacrima al pensiero del Colosseo che perde pezzi e a quanto i sempre nuovi ritrovamenti diano fastidio perche' non permettono la costruzione della nuova linea della metropolitana. Nelle citta' europee la storia e' in ogni dove e questo e' l'aspetto che piu' impressiona e viene ricordato soprattutto dai turisti americani e australiani, che di storia alle spalle ne hanno ben poca. Ricordano ogni particolare dei loro viaggi, molti di loro hanno viaggiato per l'Italia molto piu' di me, qualcuno l'ha anche scelta per il proprio matrimonio. 
" I came, I saw and I don't believe my eyes!" e' sicuramente l'espressione che piu' si addice al loro stupore, traduzione e riadattamento nella versione di Asterix e Obelix del piu' famoso detto "Veni, vidi, vici" dell'imperatore Cesare. 



L'inglese della scuola e quello della strada!

On the road si impara l'inglese che non ci insegnano a scuola! 
Ecco quindi alcuni appunti di viaggio: 

"ya", usatissimo al posto di "you": "Hi ya", "See ya" e soprattutto qui, "How are ya?"

"Lunch", ci dice il Cambridge Dictionary, essere "a meal that is eaten in the middle of the day" e per questo corrisponde al nostro pranzo. "Tea" corrisponde invece a quella bevanda bollente che gli inglesi bevono alle ore 5 (almeno cosi' si dice!) Eppure viaggiando ho imparato che "lunch" e' molto spesso inteso come il pasto principale della giornata, che per gli inglesi quasi sempre e' la cena. E allora la cena come la chiamano? "Tea"! Quindi attenzione, se venite invitati per un "tea", facilmente non vi troverete a che fare con una bevanda bollente e magari qualche biscotto, ma con qualche pietanza fumante!

"Girlfriend" e "boyfriend", due termini che molto spesso vengono usati nella loro traduzione letterale, poiche' il termine "friend" in se' non specifica se si tratti di un amico o un'amica. Cosi' se una ragazza vi dice che e' uscita con le sue "girlfriends" non fate pensieri strani! O se la sentite parlare di un "boyfriend" non abbandonate ogni speranza, magari sta semplicemente parlando del suo migliore amico! Molto spesso, per indicare invece un legame piu' profondo, viene usato il termine "fiance'" (che di inglese ha ben poco!)

"Ta", termine che si usa quando si insegnano le buone maniere ai bambini. E' molto semplice, sta per "Thank you", "Grazie". E come lo interpretiamo quando sono gli adulti a usarlo per ringraziarti di qualcosa? Non lo voglio sapere, tanti ne ho sentiti nel vendere biglietti e distribuire volantini!

L'inglese poi e' una lingua molto pratica. "L'italiano e' barocco" ripeteva instancabilmente il mio insegnante di francese all'universita', quando alle prese con le traduzioni in francese ci supplicava di semplificare la costruzione delle frasi. La difficolta' dell'inglese secondo me e' data piu' dalla pronuncia: mentre in italiano quel che scrivi e' quel che leggi, in inglese a volte non esistono regole. La grammatica e' invece molto piu' semplice, non esistono le nostre millecinquecento forme verbali e nemmeno maschile, femminile, declinazioni. 
Tornando alla praticita', l'espressione che mi fa sempre sorridere e' "to click", che puo' significare varie cose, ma anche il fatto che due persone si sono incontrate e si sono piaciute da subito. Mi piace perche' rende molto l'idea. 
"They clicked"... e vissero per sempre felici e contenti!



"I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi."