-Live from Italy!- Pacco sorpresa!

E' stato un rientro a sorpresa! E la sorpresa e' riuscita! Alla mia famiglia e ai miei amici avevo detto che sarei arrivata il martedi', invece tutto era organizzato per un arrivo a casa il lunedi' mattina! Per evitare pero' che la sorpresa me la facessero i miei genitori non facendosi trovare a casa, ho chiamato la mamma qualche giorno pima per dire che lunedi' mattina sarebbe arrivato un pacco e che guarda un po' la consegna la doveva firmare proprio lei! Alle nove e mezza con i miei due amici arriviamo nel parcheggio sotto casa e proprio in quell'istante il mio papa' esce con la mia nipotina e si avviano a prendere il pane, senza fare caso a quella macchina sconosciuta. Il mio amico allora scende e suona il campanello. Quando la mia mamma apre la porta, le dice che il pacco e' arrivato, se puo' uscire per firmare e ritirarlo.
“Ma e' cosi' grande?”
“Si signora, pesera' una quarantina di chili!”
“Mamma mia, aspetta che vengo ad aiutarti!”

Che dirvi, di sicuro non si aspettava un pacco biondo, un po' piu' pesante, stanco quanto basta per l'interminabile viaggio, colmo di felicita'! Non lo so cos'ha detto, so solo che ci siamo fatte un lungo abbraccio, incredule.

Dopo un po' sorpresa anche al papa' e poi a seguire durante la giornata al resto della tribu'! Il mio timore piu' grande era la mia nipotina, pensavo ci avrei messo chissa' quanto tempo a tornare la zia dalla quale da piccolina non si staccava mai! Niente di piu' sbagliato: ha fatto la timida dieci minuti nascosta dietro al nonno, poi e' bastato farla ridere e da allora siamo di nuovo inseparabili!

"Viaggiatore che tornate da terre lontane, quali doni portate con voi?"
"Signora, vi porto i fiori del giardino piu' profumato, 
le stoffe piu' preziose d'Oriente
e una valigia piena di felicita'!"

-1...!

E' quasi ora di partire, di chiudere quella valigia che riapriro' a casa e gia' ne assaporo la gioia perche' non c'e' posto piu' bello! In valigia ho racchiuso tante cose. E' una valigia diversa da quella fatta sedici mesi fa: ho comprato cose nuove, abbandonato vestiti ormai vecchi, ci ho infilato un sacco a pelo, scarpe nuove e ricordi di ogni posto dove sono stata. Ma questa valigia racchiude soprattutto le esperienze fatte, tante, diverse: sono arrivata pensando mi sarei fermata un anno, ma nemmeno quindici giorni dopo avevo gia' voglia di fermami piu' a lungo o perlomeno di non precludermi la possibilita' di poterlo fare. Racchiude i volti, i sorrisi, le lacrime degli amici incontrati lungo la strada: tanti, di diverse nazionalita' e accenti ancora piu' colorati. Di ciascuno conservo qualcosa e non importa se le nostre strade non si rincontreranno piu', l'Australia mi ha insegnato anche questo, che la vita e' fatta di incontri che spesso non si ripeteranno e dei quali si perdera' ogni contatto, ma non per questo non vale la pena di viverli. Ci sono poi amici che rincontrero' in Italia, quell'Italia che solo quando sei lontano capisci di conoscere cosi' poco: la vivi nei racconti di chi vive qua e la' e pensi che quando tornerai avrai voglia di conoscerla un po' di piu'.
Racchiude una voglia immensa di viaggiare, io che pensavo che una volta partita da qua avrei solo avuto voglia di rimettere radici: quanto mi sbagliavo! L'Australia in se', immensa, ti mette addosso la voglia di esplorarne ogni angolo. Poi i racconti di chi e' stato lontano ti fanno venire voglia di partire con lo zaino in spalla e di fare solo quello nella vita. Sono felice di aver trovato il coraggio di partire. Ora quello che mi aspetta non e' tutto in discesa, anzi. Ci sara' il tempo degli incontri, delle chiacchiere, di un futuro da pianificare, di un ritorno a una realta' a cui non sai piu' se appartieni.

L'Australia e' da vivere, l'Australia ti cambia. E a quest'Australia voglio solo dire 
GRAZIE! 


Ricordati di essere felice

Ho conosciuto Susan e Simon a novembre, a Dunoon, vicino a Byron Bay. Ci siamo trovati nello stesso posto immerso nella natura, stavamo tutti facendo un Help-x (i lavori che si fanno in cambio di vitto e alloggio.) Una coppia sulla cinquantina, molto affiatata. Come sempre succede in questi casi, questione di momenti e ti trovi a srotolare e condividere la tua vita con delle persone che un attimo dopo non senti piu' estranee.

Erano in viaggio da tre anni. A un certo punto della sua vita Simon ha deciso di lasciare il suo lavoro e mettersi "On the road"; a Susan sembrava un bel progetto e l'ha seguito. Tre anni spostandosi d un Help-x a un altro, tre anni nei quali si sono organizzati ed equipaggiati: non gli mancava nulla! Una jeep, un carrello dietro che si apriva e diventava un'ampia e comoda tenda con letti, cucinino, tavolino e sedie. Sul retro lo spazio per la doccia, sempre calda grazie all'uso dei pannelli solari. In auto tutto l'occorrente per giornate di pioggia e sole, trekking, cucito e ricamo. Tre anni passati cosi', ad arricchirsi di nuove esperienze, a conoscere gente nuova, a fare scorta di storie da raccontare, a fotografare posti magnifici e tramonti intensi. Ricordo che Susan un giorno mi disse: "C'e' una cosa che accomuna tutti voi backpackers: non avete mai delle scarpe adatte per lavorare all'aperto!" Nel tempo credo abbiano fatto da genitori di passaggio a un sacco di gente che come me e' lontana da casa: sempre pronti a dare conforto e aiuto o a portarli per una gita al mercato piu' vicino. Nei giorni trascorsi assieme Simon mi dava il buongiorno con un caffe', mi veniva in soccorso per cacciare ospiti indesiderati a otto zampe dal caravan, mi insegnava quello che sapeva.

Simon e Susan hanno fatto i nonni a distanza: in ogni posto che andavano comperavano degli adesivi e scrivevano una letterina alle loro nipotine. Erano di casa ad Adelaide, dove sono tornati qualche volta. Quando li ho incontrati stavano facendo un bilancio di quest'esperienza credo unica: dicevano che non sapevano se avrebbero proseguito ancora, se sarebbero tornati a casa e avrebbero nuovamente cercato un lavoro. Gli sarebbe tanto piaciuto trovare un posto tutto loro dove costruire una nuova casa, ne avevano gia' molti in lista, sia in Australia che in Tasmania.

Vi lascio immaginare cosa ho provato ieri nel leggere su Facebook questa frase di Susan: "Sono scoppiata in lacrime dopo aver preso in mano una bottiglia di detersivo che aveva comprato lui." Qualcosa non mi tornava. Scorro i posts sulla sua pagina e apprendo che Simon se n'e' andato qualche giorno fa, colpito da un infarto. E' morto tra le sue braccia e lei ha chiesto a tutti coloro che lo volevano di postare una fotografia di un bel momento passato insieme. Quante fotografie, quante belle parole dalle persone conosciute in questo tempo. Ricordi felici.

Ho capito ancora una volta quanto questa vita sia "un brivido che vola via." Oggi ci sei, domani chissa'. Simon se n'e' andato mentre lavorava ad un progetto, con Susan erano tornati on the road dopo essere stati a casa per un po'. L'ultima foto assieme li ritrae sorridenti, zaino in spalla e abbigliamento da montagna. Immersi nella loro avventura. Felici.




Siamo una squadra fortissimi!


Eccoci qua, i raccoglitori d'olive, una squadra tutta italiana formatasi un po' per caso. Se le cose per tutti fossero andate come pianificato, solo uno di noi sarebbe qua. Invece in Australia i piani si fanno e si disfano alla velocita' della luce, le occasioni si colgono al volo, si prepara la valigia, si spostano i voli e si parte. Si fa scorta di vestiti vecchi e si va in una farm dispersa nel nulla. Da cinque settimane raccogliamo olive e ce ne mancano almeno altre due al traguardo: dicono che nessuna raccolta sia mai stata tanto abbondante e l'olio e' di ottima qualita'. Ogni tanto scherziamo, chiedendoci se da questa farm ce ne andremo mai! Ma quel che conta e' adesso, i giorni che si susseguono, mai uguali uno all'altro anche se le cose da fare sono poi sempre le stesse.
Ci si alza al mattino, si fa colazione, poi ognuno al suo posto a far iniziare anche la giornata lavorativa.

Goliath 2 (che a noi piace chiamare "Golia") e' una macchina gigantesca: pesa 22 tonnellate, e' costata $900.000, per essere guidata ha bisogno di un autista e di almeno due occhi che la osservino e all'occorrenza la manovrino da dietro. Un bestione rumoroso capace di infossarsi nella buca di un coniglio! Dal suo tetto si vedono tramonti bellissimi, ma attorno a lei bisogna essere sempre attenti, se ti distrai un attimo e' capace di mangiarti i capelli e spaventarti tremendamente. Alla guida c'e' Giacomo, non ha una patente speciale, sta tutto il giorno a schiacciare pulsanti e girare una rotella che fa da volante. Quando si ricorda guarda anche dalle telecamere le due ragazze che seguono la macchina e respirano polvere d'olivi, professione rastrellatrici. Sara e Carmela, conosciutesi grazie a questo blog, incontratesi svariate volte sia a Melbourne che a Sydney e ora compagne di lavoro e di avventura qua a Telopea Downs. Munite di due rastrelli, fanno cadere a terra piu' rami e foglie possibile, cosi' che le olive arrivino nel trattore che ci affianca. Il trattore ha invece due autisti che si alternano: Luca, il nostro chef, e Gomez, un local che a volte ancora fatichiamo a capire, uno di quei personaggi che sembrano usciti da un film o dai peggiori bar di Caracas. Tutto il carico va poi a finire alla factory, dove ad attenderlo c'e' Piero, anche lui blogger arrivato qua per caso. La' sulla collina le olive si trasformano non miracolosamente, ma lentamente e rumorosamente in olio! Alla factory c'e' sempre un rumore infernale di macchine in movimento, ma il risultato e' qualcosa di incredibile: un olio buonissimo che ogni anno vince qualche premio per la qualita' e il gusto fruttato.

A mandare avanti la baracca, come si suol dire, Kurt e Chantal, marito e moglie provenienti allo Zimbawe. Lei si occupa della parte amministrativa, lui fa tutto il resto: meccanico, agricoltore, idraulico, soccorritore, padre. E' un uomo incredibile, noi ci perdiamo ad ascoltare le sue storie, sempre interessanti, sempre diverse, storie di una vita cosi' diversa dalle nostre e di una conoscenza che non arriva dai libri. Non ha paura di nulla, calma e sangue freddo, fa strano vederlo con gli occhi lucidi o fermo ad osservare i tramonti bellissimi che questa terra ci regala.

Il proprietario della piantagione e' Jorge De Moya, cubano di origini e americano per scelta. Un uomo che non abbiamo avuto a fortuna di conoscere perche' un anno fa ci ha lasciati, a pochi giorni dall'inizio della raccolta e del suo arrivo. Ora le sue ceneri riposano su questa terra, nel punto dove avrebbe voluto costruire la sua casa, una collina dalla quale godersi il tramonto fumando un sigaro. Un gran lavoratore, amante dei cavalli, uno spirito giovane che anni fa ha deciso di venire qua e piantare 80.000 alberi di olive.

Noi qui siamo felici! Non ci mancano il rumore e lo stress delle citta', respiriamo la liberta' di questi spazi sconfinati, di uno sguardo che si perde a vista d'occhio senza incontrare nulla se non natura. Non saremmo capaci di viverci a lungo, l'outback mette a dura prova, al sabato siamo felici di andare alla citta' piu' vicina e tornare alla civilta', fare qualche telefonata, incontrare gente. Poi si ricomincia, sveglia all'alba, pranzo veloce, la sera che arriva, la cena che aspetta, un film che non tutti riescono a vedere perche' la stanchezza si fa sentire. Riempiamo la casa di chiacchiere, risate e sbadigli, della nostra voglia di viaggiare, dei dubbi e i timori dei rientri a casa, dei pensieri su quest'Australia che ti cambia, sicuri che di questo posto ne avremo tante da raccontare e non ce lo dimenticheremo mai. 
"I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi."