Pensieri di fine raccolta


E' ufficiale: dopo una settimana di pronostici sulla fine della raccolta, ieri il nostro manager ha dichiarato: "Domani lavoriamo fino all'ora di pranzo e poi per quest'anno la raccolta è finita!" E così è stato. Iuppi!!! Questa raccolta olive non è iniziata sotto i migliori auspici: il proprietario della tenuta è mancato qualche giorno prima che iniziassimo. Mai dimenticherò il silenzio che è piombato in macchina dopo aver ricevuto la telefonata, noi che fino a qualche istante prima ridevamo allegramente e osservavamo i colori di un tramonto incredibilmente intenso. Le sorti non si sono risollevate nel corso della raccolta: tutto quello che poteva succedere è successo. Dal primo giorno, in cui le olive sono state letteralmente innaffiate d'olio per una perdita (solo la fortuna ha fatto si che anche se non ce ne siamo accorti subito, non ce ne siamo dovuti disfare), ai problemi meccanici che non ci hanno dato tregua nemmeno per un giorno. Qualche giorno fa eravamo contenti perché nonostante la poca frutta sugli alberi, la qualità si è rivelata ottima... poi siamo arrivati in una parte della piantagione dove frutta proprio non ce n'era, così che la quantità d'olio totale è tra le più basse mai registrate. Il tempo è sempre stato dalla nostra parte: giornate di sole che hanno reso piacevole camminare per chilometri tra gli ulivi, tornando a casa con le guance rosse e la pelle dorata. Solo gli ultimi giorni il tempo è cambiato: un giorno siamo stati avvolti da una nuvola di sabbia e vento, il giorno dopo ha piovuto tutto il giorno e siamo tornati a casa inzuppati e infreddoliti, nonostante l'abbigliamento anti-pioggia. Oggi, per l'ultima giornata, di nuovo sole! Abbiamo lavato la mietitrice inzuppandoci di nuovo e poi l'abbiamo parcheggiata in un enorme capannone, dove rimarrà per un anno, fino al prossimo raccolto.



Questa è stata un'esperienza che mai dimenticherò, per tanti motivi: è stato il mio primo vero lavoro all'aria aperta, un lavoro manuale, molto diverso dal lavoro d'ufficio e a contatto con le persone. Ho condiviso le mie giornate con dei locals, avendo la conferma ancora una volta che tutto il mondo è paese e che nei posti piccoli e sperduti, quasi tutti scalpitano per andarsene. Ho capito ancora una volta che per quanto un lavoro sia facile, c'è sempre da imparare e richiede attenzione. La sera spesso la stanchezza fisica mi ha letteralmente travolta e una tazza di caffé-latte è stata la migliore cena che potessi desiderare prima di infilarmi d'obbligo sotto la doccia e crollare a letto; a volte  la vicinanza della mia collega mi ha tolto la proverbiale calma, tanto che l'avrei riempita volentieri di rastrellate! Il mio boss mi ha dato piena fiducia, nonostante gli abbia ripetuto più volte che ero un pesce fuor d'acqua: mi ha messa sul pick-up che non volevo guidare, mi ha insegnato a fare retromarcia con dietro un carrello "perché se sposi un contadino è una cosa che devi saper fare!" ed ho già pronte le referenze: "Donna seria ed affidabile, pronta a diventare la moglie di un agricoltore." Porterò con me colui che in queste settimane ha guidato il trattore, perché ci siamo fatti delle belle chiacchierate, perché probabilmente non ha ancora ben capito perché ho lavorato qui, perché per me ha sempre avuto un occhio di riguardo (qualcuno dice addirittura che si sia innamorato.) 
E come dimenticare il ragazzino ventenne che ha lavorato una settimana si e una no, prima per una tonsillite e poi per i postumi di una sbronza??? 


Ho avuto tanto tempo per pensare qui, pensieri pensati talmente intensamente che a volte mi è sembrato di viverli! Ho ripensato a tanti episodi della mia vita, particolari che non sono andati persi e che ancora suscitano emozioni e sorrisi. L'ho fatto senza malinconia e senza rabbia, a spasso tra i giorni felici dell'infanzia e quelli più nuvolosi di teenager, i tempi dell'università, gli amici, la casa-ostello, le vacanze al mare e via dicendo. Ho pensato al futuro, ai miei progetti, a quello che vorrei fare qui, ma soprattutto a quello che vorrei fare una volta tornata a casa, perché è là che è diretta la mia rotta! 



La prossima settimana iniziamo a potare alcuni degli 80000 alberi della piantagione (auguro alla mia collega di stare tranquilla perché sarò armata di una sega!) e poi sono di nuovo pronta a spiegare le vele, destinazione Adelaide. 

Ho voglia di vita, di confusione, di vedere gente, di fare shopping, di parlare con altri viaggiatori, anche se poi sono quasi certa che mi mancheranno il silenzio, la natura, i ritmi lenti, gli animali... e allora li andrò a cercare, ma in un posto meno sperduto, a place I can call home. 





2 commenti:

  1. miketta, più leggo le tue avventure, più sono contenta della bellissima esperienza che stai vivendo!! :)tvb

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  2. :) sono contenta anch'io di essere qui, anche quando qualche nuvola appare all'orizzonte!

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"I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi."