Il mio paradiso!


Una sosta obbligata a Melbourne, nel mio solito ostello e poi via, 3 ore di pulmannper tornare nel mio piccolo angolo di paradiso, la fattoria dove sono stata prima della raccolta olive e dopo aver sperimentato l’orribilante Working Hostel. Sono tornata qui perché devo lavorare ancora un mesetto nell’agricoltura, poi imbusto tutti i documenti e vediamo un po’ se il governo australiano mi concederà la possibilità di rimanere un altro anno o se mi rispedirà indietro.
Ho deciso di tornare perché la prima volta mi sono trovata davvero bene, perché mi hanno detto che gli avrebbe fatto piacere riavermi qua e perché l’amica di Taiwan con la quale ho intrapreso quest’avventura era ancora qui e ci saremmo riviste, anche se solo per 2 giorni. Come sempre i miei tragitti hanno dell’imprevisto: questa volta sono stata lasciata circa 2km dopo il traguardo perché l’autista si è dimenticato che dovevo scendere ad Alexandra (ancora non mi capacito, visto che della mia destinazione abbiamo parlato prima della partenza, a una ventina di minuti dall’arrivo e mentre ci avvicinavamo alla destinazione. Forse la fiera del paese l’ha distratto!) Certo carica di bagagli non avrei potuto tornare indietro sul sentiero che costeggia la strada, ma la famiglia mi è venuta a recuperare dicendo anzi che era andata meglio così visto che il centro era chiuso al traffico e muoverso in mezzo a un’orda di persone non sarebbe stata la cosa più semplice del mondo!
Dopo il recupero siamo andati alla fiera e qui ho rivisto la mia compagna di avventure e conosciuto gli altri due backpackers: abbiamo fatto una lunga passeggiata tra camion colorati e di dimensioni gigantesche, ma anche se impressionata non ho fatto nemmeno una foto, le chiacchiere di aggiornamento ci hanno travolte visto che il tempo non era tanto, infatti 2 giorni dopo Sophie sarebbe partita per la stagione invernale. Non è mancata una tappa all’Opp Shop (ricordate? Il Charity Shop del paese) perché la sottoscritta dimentica sempre qualcosa dietro di sé!
Poi ci siamo diretti verso il Pizza Shop perché non vedevo l’ora di rivedere il mio fratellino australiano, lasciato a malincuore due mesi fa. E’ più o meno la fotocopia di mio fratello: adora gli animali, ama vivere all’aria aperta ed essere libero, è vivace quanto basta e sempre alla ricerca di compagnia e attenzioni. Ci siamo affezionati subito, complici le nostre menti che spesso pensano le stesse cose e dei momenti in cui siamo peggio di due bambini dell’asilo (e qualche ramanzina non manca!). Quando mi ha vista mi ha stretta in un abbraccio fortissimo e lunghissimo (non voglio pensare alla prossima partenza perché sarà senza ritorno.)
Poi siamo tornati tutti a casa, Maggie mi stava aspettando, allegra come sempre, nonostante stiano vivendo in una vera e propria bufera. Ho bevuto un bicchiere d’acqua, il lavello era pieno di cose da lavare e così ho tirato su le maniche e via... “Sara, rieccoti qua a lavare le tazze, sembra che non te ne sia mai andata!” Poi è stata subito ora di dare da mangiare agli animali e sedersi tutti a tavola per cena, allegri e vocianti.
Sono già due settimane che sono arrivata e resterò ancora per una ventina di giorni. Sto bene qui, circondata dalla quiete e dalla natura, da bambini entusiasti che aspettano con ansia l’ora di dare da mangiare agli animali, da sentieri sui quali fare lunghe passeggiate, da pranzi e cene stuzzicanti con immancabile dessert e dall’affetto di questa famiglia e del loro cucciolone Buster che mi segue come un’ombra.


1 commento:

"I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi."